Angelo Scoppa
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Angelo Scoppa - candidato alle Elezioni Europee 6-7 giugno 2009
Liberal Democratici - MAIE - CIRCOSCRIZIONE 4


 

PROGRAMMA

Le Priorità dei Liberal Democratici

1)   Economia: innovazione, crescita e coesione sociale
2)   Ambiente e Sviluppo
3)   Giustizia e Sicurezza
4)   Politiche per l’immigrazione
5)   Politica estera e Cooperazione


Elezioni Europee 2009


1) ECONOMIA: PER COSTRUIRE L’EUROPA CHE VOGLIAMO Contatto Facebook

Seguire la strada tracciata a Lisbona
I Liberal Democratici italiani condividono in pieno i principi ispiratori della Strategia di Lisbona che mirano a fare dell’Europa un’area economica fortemente competitiva e fondata sulla conoscenza.
Un’elevata qualità del capitale umano e la capacità di posizionarsi sulla frontiera tecnologica rappresentano una condizione necessaria per una crescita sostenuta, una difesa dell’occupazione nel medio-lungo periodo e una maggiore coesione sociale. Quest’ultima va difesa anche garantendo opportunità e condizioni dignitose nelle fasi più delicate della vita a cominciare dalla maternità e dalla vecchiaia.
A livello europeo i risultati in tale direzione sono stati sinora poco soddisfacenti, nel caso italiano addirittura deludenti. Questa tendenza deve essere invertita.
In Europa, il nostro Paese è “rimasto indietro”: ne sono chiara testimonianza i tassi di crescita strutturalmente inferiori alla media dell’area e più in particolare la scarsa performance della produttività italiana.
Le misure approntate per fronteggiare la profonda crisi economico-finanziaria in corso dovrebbero rappresentare un punto di svolta. Il ruolo di impulso e coordinamento delle Istituzioni Europee è determinante affinché gli sforzi dei Governi nazionali pongano delle solide basi per la crescita futura.
Bisogna agire affinché la risposta della politica economica si limiti solamente a misure di sostegno anticongiunturale. Riteniamo di importanza prioritaria innescare meccanismi economici virtuosi nei prossimi anni che rendano più competitiva l’economia europea e quella italiana in particolare.

Puntare forte sul trinomio Formazione-Ricerca-Tecnologia applicata.
Una chiave di successo
Occorre qualificare e sostenere i giovani in questo delicato passaggio socio-economico.
I Liberal Democratici auspicano che in sede europea venga stabilito un modello di base di scuola europeo che tenga conto delle conoscenze e del patrimonio di idee e principi comuni a tutti i cittadini europei e che possa, agevolmente,essere integrato con un modello nazionale, informato alle specificità del sapere e delle conoscenze nazionali.
E’, altresì, auspicabile che si percorra la via rappresentata dalla libera circolazione del sapere declinata come opportunità anche per le scuole nazionali di un Paese membro di essere riconosciute al di fuori del territorio nazionale, al pari delle scuole statali di ogni singolo stato membro.
Libera circolazione del sapere significa anche dare a tutti gli studenti la possibilità di affrontare corsi di studi universitari senza quegli sbarramenti, spesso rappresentati anche dalla previsione di “numeri chiusi”, che non rispecchiano il principio secondo cui ciascuno studente debba essere valutato in base ai propri meriti e capacità dimostrati durante il corso di studi stesso.
Per i giovani non si tratta solamente di difendere la cosiddetta ”eccellenza” ma di evitare che una platea ampia di giovani preparati, quella che oramai si presenta come  una vera e propria Generazione-Crisi, venga inghiottita dal circolo vizioso precariato-disoccupazione-dequalificazione. Aggirare il problema significa relegare per i prossimi anni l’economia a una crescita modesta e non garantire a quegli stessi giovani la possibilità di costruirsi una pensione dignitosa. L’Europa deve adoperarsi perché questo non accada con iniziative mirate come quella “Nuove competenze per nuovi lavori”.
Un’attenzione particolare va rivolta a tutti i lavoratori che hanno superato i cinquant’anni e che hanno subito un licenziamento. Per la maggior parte di essi,  e’ notoria la assoluta difficoltà ad accedere a nuove proposte  lavorative, difficoltà che aumenta sensibilmente per le donne.
E’ necessaria anche per gli imprenditori una formazione a livello europeo. A tal fine i Liberal Democratici propongono che tale formazione sia comprovata dal  rilascio di un patentino europeo, onde rendere ogni imprenditore consapevole di tutta la legislazione vigente sul territorio europeo, per un corretto esercizio di impresa: innovare significa formare individui consapevoli del ruolo e dei rischi connessi a tale ruolo.
I Liberal Democratici chiedono, in attuazione di quanto previsto dal programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010” della Commissione Europea,  un miglioramento degli scambi di esperienze circa l'utilizzazione delle risorse finanziarie messe a disposizione per lo sviluppo dell'istruzione e della formazione tramite i Fondi strutturali e la Banca europea degli investimenti con l’obiettivo di un migliore sfruttamento di tali risorse nel futuro.
Chiedono altresì che sia realizzato al più presto il target relativo all’aumento di almeno il 15% dei diplomati in matematica e scienze e tecnologie.

Più ricerca
Il 7° programma quadro per gli anni 2007-2013 deve incentivare la spesa nazionale in materia di ricerca, affinché lo sforzo dell'Europa nel settore raggiunga il 3% del PIL.
I Liberal Democratici ritengono condizione imprescindibile per la realizzazione degli obiettivi della Strategia di  Lisbona che siano accresciute le risorse destinate alla ricerca dalla Ue per incentivare gli investimenti nei singoli stati membri da parte sia di enti nazionali che privati.
L’Europa della ricerca che vogliamo è chiamata alla scoperta di nuove conoscenze che cambino fondamentalmente la visione del mondo di noi europei e del nostro stile di vita.
L’Europa dovrà costruire e consolidare la propria leadership europea nei settori più importanti della ricerca: salute, biotecnologie, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nanoscienze, nanotecnologie, materiali/nuove tecnologie di produzione,  energia, ambiente e spazio. In tale prospettiva  dovrà rafforzare i legami tra l'industria e la ricerca attraverso "iniziative tecnologiche congiunte", che combinino  investimenti privati e finanziamenti pubblici.
In linea con la parte “Persone”, nell’ambito del 7° programma di Ricerca, i Liberal Democratici propongono di aumentare sostanzialmente le risorse finanziarie per ampliare le prospettive di carriera dei ricercatori in Europa ed incentivare il coinvolgimento di giovani ricercatori di alta qualità  professionale.
Sebbene il settore sanitario rientri essenzialmente nella competenza degli Stati membri, l’azione europea in campo sanitario così come previsto nella  “Nuova strategia in materia sanitaria per l'UE (2008-2013)” è chiamata a far fronte alle sfide legate ai dossier più rilevanti in un contesto unico europeo, quali  l’invecchiamento della popolazione, le variazione demografiche, le pandemie e il bioterrorismo.
In riferimento alle medicine non convenzionali, si rende necessario e doveroso, per preservare come bene supremo la salute dei cittadini, una immediata e seria regolamentazione sull’accesso a queste nuove professioni sanitarie che sono ormai una consolidata realtà anche nel nostro Paese.
Infatti, la tutela dei cittadini parte proprio dalla certificazione degli operatori delle medicine non convenzionali (omeopati, osteopati, chiropratici, naturopati ecc..) che devono ricevere formazione anche in Italia attraverso specifici corsi di laurea e conseguenti registri di controllo professionale, al fine, tra l’altro, di consentire anche la loro libera circolazione in Europa con il reciproco riconoscimento dei titoli.

Le professioni
L’Italia è in ritardo nello sviluppo e nella valorizzazione dei professionisti della conoscenza. E’ necessario che la triade “economia della conoscenza – capitalismo intellettuale – sviluppo delle professioni” abbia  una sua obbligata unità e che nessuna delle sue componenti possa seguire  propri sentieri e velocità di sviluppo.
I Liberal Democratici propongono un sistema “duale”, volto a regolare in parallelo due mondi diversi per storia e consistenza (quello che si riconosce nella struttura ordinistica e quello delle  associazioni non riconosciute). Tale ipotesi duale ha negli anni fatto strada, informando di sé tutte le ipotesi di politica legislativa finora esplorate, nonostante ma nessun governo sia  stato in grado o abbia avuto la forza o la volontà politica di affrontare e riformare il sistema.Tale circostanza ha impedito a molti professionisti di muoversi  e di partecipare in Europa alle politiche sia formative che professionali .E’, pertanto, necessario  che il Governo  Italiano per prima cosa riconosca le Associazioni Professionali,  nuove e vecchie e, in successione, riformi gli ordini professionali, adeguandoli al quadro non solo Europeo ma anche mondiale.

Le imprese e la corsa tecnologica
La politica di investimenti deve concentrare gli sforzi in settori ad alto potenziale di crescita economica e tecnologica, (comprendendo oltre l’ambito produttivo anche i settori dello Sport e della Cultura ove innovazione significa, nel primo caso, conservare il patrimonio culturale e diffondere la conoscenza con metodi nuovi e  nel secondo, sfruttare  la forza evocativa dello sport e delle sue potenzialità economiche per testare nuove soluzioni tecnologiche).
Un fattore chiave in tal senso  è rappresentato da una gestione più efficace dei Fondi Europei e Nazionali per lo sviluppo, favorendo il recupero di aree in difficoltà come il nostro Mezzogiorno.
Dobbiamo puntare sulle PMI, sul loro sviluppo e sulla loro capacità di adattarsi al mercato:il ruolo dei fondi stanziati dalla European Investment Bank e una gestione centralizzata di almeno una quota dei fondi strutturali per le PMI destinati all’innovazione potrebbero giocare un ruolo chiave e determinante.
In particolare, le tecnologie per il risparmio energetico e per le fonti rinnovabili offrono la possibilità di coniugare ambizioni di crescita ed elevata preparazione dei giovani, ricerca e applicazione. Sviluppare la domanda e sostenere l’offerta in questo campo deve essere una priorità: l’Europa- come noto- ha un ruolo guida con gli obbiettivi di lungo periodo imposti dal cosiddetto Pacchetto Clima.
E’, in ogni caso, indispensabile creare le condizioni per attirare gli investimenti sia su base nazionale che internazionale. Oltre ad una ragionevole durata dei processi e ad adeguati strumenti di enforcement, riteniamo utile intervenire a livello europeo nella legislazione fallimentare dei singoli Stati membri. Occorre prevedere e regolamentare procedure volte a liquidare i crediti vantati da imprese di Stati terzi in un termine massimo di dodici mesi dall’atto di declaratoria fallimentare e/o concorsuale al fine di non perdere tutte le opportunità legate proprio  agli  investimenti in Stati terzi.

Donne, Maternità  e Impresa
Sviluppo e crescita nazionali ed europei sono inscindibilmente legati all’affermazione del ruolo della donna a livello occupazionale
Gli obiettivi previsti nella Strategia di Lisbona relativi all’occupazione delle donne in Europa (60% nel 2010), sono, purtroppo,  ancora lontani dall’essere realizzati.
Le disuguaglianze sono destinate ad aggravarsi. L’incremento della concorrenza economica su scala mondiale, richiedendo più mobilità e flessibilità, finisce per penalizzare proprio le donne, a causa dell’ineguale carico di responsabilità familiari rispetto agli uomini.
I Liberal Democratici sostengono, quindi, la necessità che sia data celermente attuazione al pacchetto di proposte a sostegno delle lavoratrici per la promozione di una migliore cultura del bilanciamento tra lavoro e vita privata, quali le iniziative della Commissione che mirano a prevedere trattamenti uniformi in tutti gli stati membri in  tema di congedi di maternità, tra le quali, si registra la previsione di un periodo di astensione minimo dal lavoro a pieno salario e la previsione di più flessibilità nella scelta del periodo di astensione non obbligatoria.
Sul fronte occupazione, l’Unione Europea deve, favorire una uguale indipendenza economica tra donne e uomini attraverso la creazione di impiego, puntando, in questa direzione, alla promozione dell’imprenditorialità femminile.
Oggi le donne costituiscono in media il 30% degli imprenditori nell'Unione europea (UE), trovandosi spesso a far fronte a maggiori difficoltà nell'accesso ai finanziamenti e alla formazione.
Per superare tale divario, i Liberal Democratici ritengono indispensabile promuovere e potenziare il lavoro dell’EWN (Eurochambres Women Network), la rete europea che riunisce i rappresentanti delle associazioni nazionali delle camere di commercio, per fornire un sostegno strutturato allo sviluppo dell’imprenditoria femminile,  sostenendo, grazie alla rete dei comitati nazionali per la promozione dell’imprenditoria o della parità di genere, la partecipazione degli operatori ai programmi di finanziamento europei per l’imprenditoria femminile (PROGRESS).

Stabilizzare il sistema bancario/finanziario e fronteggiare le spinte involutive della crisi
Il valore del coordinamento tra Stati membri
L’importanza di avere una “sede europea” dalla quale gestire le fasi acute della crisi è emersa chiaramente nei mesi scorsi: le misure varate dai Governi hanno immediatamente acquistato credibilità ed efficacia quando discusse e concordate con i partner europei. Dobbiamo approfittare per rafforzare ulteriormente il ruolo dell’Europa nella supervisione delle istituzioni finanziarie e dei mercati, nei meccanismi di prevenzione e gestione delle crisi.
Le Istituzioni Europee sono chiamate a comporre un quadro di complesse esigenze e diverse situazioni, a cominciare da quelle dei paesi entrati nell’Unione più di recente.
In prospettiva, l’Europa deve svolgere un ruolo di faro e coordinamento nella predisposizione di un nuovo set di regole per il settore finanziario.
Le Istituzioni Europee saranno centrali nel definire un quadro di riferimento condiviso in materia di requisiti patrimoniali, strumenti finanziari, contabilità e  remunerazione dei manager.

Un nuovo/vecchio modello di fare banca
La crisi finanziaria impone anche un ripensamento del modello bancario di riferimento. E’ auspicabile che le banche siano spinte a svolgere, innanzitutto con efficienza, correttezza e trasparenza, la loro tradizionale funzione creditizia.
In questa direzione, infatti,  i Liberal Democratici intendono sollecitare l’Europa al fine di creare una Centrale Rischi Europea, in modo da aumentare la trasparenza di approccio tra imprenditori/banche di vari Stati ed agevolare, in tal modo, le pratiche amministrative di accesso al credito e/o a misure agevolate.
Al tempo stesso occorre innovare sul tema afferente la segnalazione di un nominativo a sofferenza in Centrale Rischi, intervenendo, nel rispetto delle dovute garanzie, affinché detta segnalazione ricorra solo laddove vi sia, in capo al debitore, il requisito dell’insolvenza, intesa come incapacità di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni con il suo patrimonio, ovvero a situazioni equiparabili, quale una “assai” rilevante difficoltà di recuperare il credito.


2) AMBIENTE Contatto Facebook

Il settore del nostro futuro prossimo
Volano della crescita
L’Unione europea e la comunità internazionale hanno spinto gli stati membri nella direzione di più alti e diffusi standard in campo ambientale.
I Liberal Democratici hanno espresso con chiarezza la convinzione secondo cui la concezione dell’ambiente quale costo, vincolo allo sviluppo e alla produzione industriale è ormai definitivamente superata.
L’ambiente inteso quale investimento di strategie e risorse su tutte le matrici ambientali in grado di garantire la sopravvivenza e la qualità di vita del genere umano rappresenta uno straordinario volano di crescita e sviluppo non solo nel lungo periodo ma anche nel medio.

Per le energie rinnovabili e il risparmio energetico
L’Europa, con la presentazione del nuovo Pacchetto Clima, tra le cui misure si evidenzia la radicale riforma del tetto massimo delle emissioni a livello comunitario (almeno il 20%  fino ad arrivare al 30% per i  gas serra ) spingerà tutti i paesi membri verso tecnologie produttive pulite.
L’obiettivo della Commissione europea mira a garantire che l’innalzamento della temperatura media a livello mondiale non superi di oltre 2 gradi C° i livelli dell’era preindustriale.
Il ritardo del nostro Paese in merito all’utilizzo delle FER, (si consideri il 17% che sarà richiesto al nostro Paese per arrivare alla media del 20% nel 2020, rispetto all’attuale 5,2%), è sostanziale.
Noi Liberal Democratici puntiamo sulle energie rinnovabili e ci impegniamo affinché anche nel nostro Paese siano raggiunti gli obiettivi richiesti dall’Unione Europea, purché sia sempre assicurato al nostro Paese libertà e flessibilità nella scelta delle opzioni su cui puntare (biomasse, geotermico, fotovoltaico ..). Per ciò che attiene l’energia eolica vanno, tuttavia, considerati sfavorevolmente gli impatti sul piano paesaggistico a fronte della ridotta potenza energetica prodotta.
Per ciò che attiene ai biocarburanti concordiamo sul loro utilizzo e diffusione ma chiediamo garanzie sulla loro sostenibilità ambientale e sulla tutela della biodiversità.
Dobbiamo puntare con decisione sul risparmio energetico, realizzando, in linea con l’obiettivo comunitario, la riduzione del 20% del consumo totale di energia entro il 2020, concentrando la nostra azione sul settore dei trasporti, edilizia  e sulla maggiore efficacia nella trasmissione e distribuzione dell’elettricità.
Ciò comporterà così una riduzione delle emissioni di quasi 800 milioni di tonnellate all’anno e comporterà per i consumatori privati un riduzione dei costi energetici. Solo attraverso il risparmio energetico si stimoleranno gli investimenti sulla tecnologia, sull’energia e sull’occupazione.
Nel nostro Paese, con la predisposizione da parte del Governo del cd “Piano Casa”, si è persa una preziosa opportunità per incentivare con decisione il risparmio energetico.
Infatti, I Liberal Democratici hanno sostenuto con forza la necessità che la possibilità di aumentare la  cubatura di un immobile fosse imprescindibilmente legata alla prova di aver migliorato l’efficienza energetica e/o aver installato impianti per  fonti energetiche rinnovabili nell’immobile stesso.

I Liberal Democratici, inoltre, auspicano che l’Unione Europea, sin dai prossimi summit internazionali (G8 e soprattutto Conferenza di Copenhagen di dicembre prossimo)  rafforzi la sua azione persuasiva e di stimolo nei confronti delle grandi economie in crescita, come India e Cina, in direzione di un accordo globale su un regime multilaterale rafforzato tale da far fronte ai cambiamenti climatici che possa essere sollecitamente ratificato e messo in atto.

Maggiore “responsabilità ambientale”
Rifiuti
Situazioni caratterizzate dalla straordinarietà gravità in tema di gestione e smaltimento di rifiuti quale la drammatica situazione verificatasi nel nostro Paese, segnatamente in Campania, rischiano di ripetersi non solo nel contesto italiano ma. nel resto dell’Europa in virtù dell’allarmante dato della continua e costante crescita della produzione di rifiuti in tutti gli stati membri (è circa mezza tonnellata la quantità' di rifiuti urbani prodotta ogni anno dai cittadini europei).
Noi Liberal Democratici riteniamo, in armonia con quanto stabilito dall’ultima direttiva sui rifiuti del giugno scorso, che la soluzione del problema vada ricercata nella prevenzione e nel contestuale sviluppo dei protocolli avanzati per la riduzione e minimizzazione del rifiuto, a partire dalla lotta all’over-packaging.
Va rifiutata con forza l’automaticità del processo “Più crescita economica- Più prelievo di risorse- Più produzione di rifiuti, come dimostrato anche da rilevatori “Eurostat”.

Infrazioni in campo ambientale
Il numero totale delle procedure d'infrazione a carico dell'Italia si attesta sulla cifra, poco lusinghiera di 164.
Sappiamo inoltre che di queste 164 infrazioni ben 43 sono riferite a violazioni in campo ambientale cioè oltre il 26%.
Un dato allarmante e clamoroso rispetto al quale il nostro Governo non è stato finora in grado di porre rimedio. Ci impegneremo affinché, ad una ragionata apposizione di limiti e soglie a livello europeo in campo ambientale, corrisponda un  responsabile e più celere adeguamento degli stati membri.


3) GIUSTIZIA E SICUREZZA Contatto Facebook

Un tema europeo
Le sfide che attendono l’Europa nel suo complesso implicano in ciascuno stato membro una giustizia capace di rispondere celermente ai propri cittadini.
Oggi, infatti, l’offerta di giustizia di ogni singolo stato membro concorre con quella di tutti gli altri stati partner dell’Unione Europea.
Sappiamo, infatti, che a seguito del riconoscimento a ciascun cittadino europeo del diritto di circolare e soggiornare liberamente su tutto il territorio dell’Unione, gli aspetti legati all’amministrazione della giustizia in ogni stato membro finiscono per riguardare le condizioni di legalità e sicurezza di tutti gli altri.
In quest’ottica, i Liberal Democratici ritengono fondamentale l’attività svolta da Eurojust per sviluppare la cooperazione giudiziaria in campo penale, al fine di dotarci  di norme minime di procedura penale valide per tutti.
Sostanziali differenze tra i sistemi penali tra gli stati membri comportano il rischio di vedere una migrazione del crimine in quei Paesi la cui disciplina penale sostanziale o procedurale risulti inadeguata o inapplicata.

Un paese fuori standard europeo
Le nostre carenze
Il nostro Paese si trova stretto tra tre diversi ordini di problemi che attengono al profilo giustizia/sicurezza.
Le risorse messe a disposizione del nostro Paese per la Giustizia sono del tutto insufficienti e rischiano, nel breve periodo, di condurre tale settore alla paralisi totale.
Sono state, infatti,  bloccate le procedure di assunzione di personale ausiliario,- tra cui la fondamentale figura del cancelliere- indispensabile per la celebrazione dei processi. Nonostante, alcuni interventi normativi in direzione del funzionamento del sistema giudiziario, comportanti trasferimenti d'ufficio atti a tamponare i vuoti d’organico presso le sede disagiate degli uffici giudiziari, l’organico della magistratura rimane mal distribuito.
Ad avviso dei Liberal Democratici, è necessario, procedere ad una riforma organica dell’attuale, irrazionale, distribuzione delle sedi giudiziarie in un’ottica di “dimensione organizzativa ottimale” .
Lo strumento d’indagine rappresentato dalle intercettazioni, mezzo di ricerca delle prove di straordinaria efficacia per la repressione dei reati, si accinge ad essere  fortemente compresso.
Il risultato è destinato ad essere rappresentato dalla paralisi della capacità investigativa dei nostri organi inquirenti, così come dal contestuale black-out del diritto di cronaca e del diritto di sapere dei cittadini, frutto della previsione di un obbligo di segretezza eccessivo e illiberale.
A causa dei drastici tagli che hanno interessato i comparti Giustizia, Interno e Difesa,  le forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri..), non hanno più risorse per provvedere a necessità primarie per l’espletamento delle funzioni di prevenzione e repressione dei reati. Stessa sorte interessa anche le nostre Forze Armate che, non avendo più risorse per la formazione, l’addestramento, per l’utilizzo e la  manutenzione dei loro mezzi, non saranno più, in breve tempo, in grado di assolvere alle missioni più delicate e specializzate sotto l’egida dell’Unione Europea, della Nato o dell’Onu.
Non essendo stati previsti dei piani di edilizia carceraria sufficienti, nel nostro Paese, si riaffacciano pericolose ipotesi di condono di pena destinati a riportate in libertà sul territorio italiano ed europeo pericolosi criminali.

La durata dei processi e la legge “Pinto”
L’eccessiva durata dei processi in Italia che relega il nostro Paese al 156 ° posto di una graduatoria elaborata dalla Banca Mondiale sulla durata media di un procedimento di recupero di un credito maturato a seguito di una lite di carattere commerciale comporta, oltre ad un grave danno di immagine per il nostro Paese, anche dei gravissimi danni economici legati al risarcimento dei danni.
Il paragone con i nostri partner europei è impietoso: in Francia sono necessari 331 giorni, 394 in Germania, 316 in Giappone e 515 in Spagna.
L’entità dei risarcimenti ex legge Pinto, ovvero della legge 89/2001 italiana emanata  in applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per colpire i ritardi della giustizia ha raggiunto negli ultimi due anni qualcosa come oltre 80 milioni di euro effettivamente sborsati, a cui sono destinati ad aggiungersi altri 36,6 milioni dovuti ma non ancora pagati.
Inoltre va considerato l’ulteriore effetto distorsivo rappresentato dalla cd “Pinto sulla Pinto” , ovvero i costi sostenuti dallo stato italiano nel momento in cui alla richiesta di risarcimento per il ritardo nella definizione della prima causa si aggiungono le ulteriori richieste relative anche alla causa sul ritardo.
Anche a seguito dei richiami operati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, e’ urgente, promuovere una “amministrativizzazione” del’intero  procedimento, anziché continuare a far sì che questo genere di procedimenti intasi le Corti d’Appello e la Suprema Corte.

I correttivi proposti in direzione della ragionevole durata del  processo
Sono, inoltre, necessari nel nostro Paese nuovi sistemi comuni di incentivazione circa la velocizzazione dei procedimenti giudiziari consistenti nella semplificazione dei riti, delle comunicazioni e delle notificazioni. E’, altresì, indispensabile adottare tutti quei correttivi  che accentuino la tipicità dei motivi di impugnazione e consentano al giudice di porre a base delle proprie decisioni tutti quei fatti e circostanze contestati in modo generico da controparte.
E’ necessario che anche nel nostro Paese al lavoro dei magistrati  si affianchi  una efficace rete di istituzioni operanti nel campo della mediazione, così come già prescritto a livello europeo grazie alla direttiva 2008/52/CE.

Misure comuni per la criminalità transfrontaliera
I Liberal Democratici sostengono la necessità che siano date delle risposte al crimine transfrontaliero facendo leva su soluzioni europee.
Mentre il Governo del nostro Paese studia e mette in opera soluzioni per rendere più complesse le attività di lotta al crimine, l’Europa è chiamata a fronteggiare nuove soluzioni per favorire le indagini nei paesi membri contro la  criminalità transfrontaliera.
In questa direzione si propone un ampliamento delle capacità di intervento di Eurojust, l'organo comunitario che ha il compito di sviluppare politiche comuni in tema di criminalità organizzata e cybercrime.
E’ noto, infatti, che le indagini finalizzate alla repressione dei reati si rivolgono, oggi, anche verso  sistemi di comunicazione informatizzati che per loro natura sfuggono dai tradizionali sistemi di intercettazione come nel caso del servizio skype. ma anche con altri tipi di software che consentono di scambiarsi mail o messaggi.

“Principio di disponibilità” e banca dati DNA
Contro il terrorismo è necessaria una risposta globale e un'impostazione coerente ed integrata così come stabilito sin dal programma dell’Aja del 2004.
I Liberal Democratici sono favorevoli ad una implementazione dei canali per lo scambio di informazioni, anche nella direzione del consolidamento del principio di disponibilità in virtù del quale gli stati membri si obbligano a fornire alle autorità competenti omologhe degli altri Stati membri e a Europol, preferibilmente con accesso diretto on-line, le informazioni necessarie all'assolvimento dei  loro compiti  in materia di prevenzione, individuazione e investigazione dei reati.
Al fine di rendere più efficace l’attività di prevenzione e repressione dei reati, i Liberal Democratici seguiranno con attenzione le procedure per l’istituzione di una banca dati per la raccolta delle impronte dattiloscopiche, del dna e delle targhe dei veicoli, così come stabilito nel trattato di Prum, vigilando affinché sia tutelata la dignità della persona, il diritto alla difesa e il principio di proporzionalità così come stabilito dal Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 10 febbraio 1992.

Lotta alla tratta degli esseri umani e allo sfruttamento sessuale dei bambini
La tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale dei bambini sono pratiche barbariche che non solo non state ancora superate ma che addirittura sono in aumento.
I Liberal Democratici ritengono indispensabile, in linea con quanto già previsto dalla Commissione Europea, che, al più presto, si operi un ravvicinamento delle disposizioni legislative nazionali in materia penale e di diritto processuale penale per colpire il fenomeno..
Tali dossier, che per la loro stessa natura, non hanno confini nazionali, costituiscono una piaga per l'Europa intera e si possono combattere efficacemente solo attraverso strategie di carattere europeo e globale.

Le nuove “insidie” connesse al web: lotta alla pedopornografia e all'id-theft (furto d’identità )
E’ necessario che l’Ue renda al più presto operative le strutture in grado di contrastare il grave fenomeno della pedopornografia su Internet.
Le nuove insidie legate alla diffusione della rete web impongono infatti alla Ue di programmare una strategia comune per combattere la distribuzione commerciale di immagini pedopornografiche, per  proteggere le vittime, per localizzare e arrestare i pedofili e quanti traggono profitto dalla vendita delle immagini.
Un ruolo fondamentale in questa azione contro la pedopornografia deve essere svolta da tutti gli stati membri assicurando lo stanziamento di fondi e risorse umane per l’identificazione delle vittime di tali violenze al fine di fornire ad essi adeguata assistenza terapeutica.
In questa direzione, va sviluppato il piano di lotta alla pedopornografia su internet basato sul nuovo organismo finanziato dalla Commissione Europea che vede una alleanza tra Europol, gestori di carte di credito e organi di polizia degli stati membri, in linea con  la  Decisione quadro 2004/68/GAI relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile.

Il furto d’identità che si verifica ogniqualvolta un’informazione individuale, relativa ad una persona fisica o ad un’azienda è ottenuta in modo fraudolento da un criminale con l’intento di assumerne l’identità per compiere atti illeciti è un problema crescente nell’Unione europea, minando alla base la regolarità degli scambi di informazioni commerciali e personali in tutta la Ue.
I Liberal Democratici si impegneranno affinché a livello europeo siano emanate disposizioni per l’armonizzazione della disciplina penale sul tema, introducendo anche obbligatoriamente una nuova fattispecie  di reato comune in tutti gli stati membri.


4) POLITICHE PER L'IMMIGRAZIONE Contatto Facebook

Un possibile fattore di crescita
I Liberal Democratici considerano l’immigrazione un fattore importante per lo sviluppo della strategia di Lisbona sui temi della crescita e dell’occupazione.
Una efficiente governance dell’immigrazione economica è un elemento essenziale della competitività dell’UE, così come recentemente riaffermato anche dal Consiglio europeo.
E’ altresì fondamentale che, a fronte del  rilevante flusso migratorio che interessa l’Unione Europea, l’integrità dello spazio Schengen, aperto e senza controlli alle frontiere interne, vada conservata e migliorata.
I Liberal Democratici si impegnano a perseguire con determinazione i tre cardini sui cui ruota la strategia per l’immigrazione proposta dalla Commissione Europea: prosperità, solidarietà e sicurezza.

Integrazione e occupazione
Nell’ottica della prosperità, le migrazioni internazionali rappresentano un’opportunità, rappresentando un fattore di scambio culturale, umano, sociale ed economico. I Liberal Democratici ritengono che i benefici della migrazione siano massimi quando si tiene conto delle esigenze economiche della società ospite, senza per questo escludere  altre forme di migrazione che non siano a scopi occupazionali.

Solidarietà dell’Unione Europea
In un’Europa aperta priva di frontiere interne, nessuno Stato membro può gestire  da solo il tema dell’immigrazione
Il nostro Paese che in virtù della propria collocazione geografica è esposto ad un maggior afflusso migratorio deve essere necessariamente supportato e assistito a livello finanziario dall’Unione Europea per realizzare gli obiettivi strategici della politica d’immigrazione comune.
In tale ottica, è altresì necessario rafforzare la cooperazione degli Stati membri e dell’intera Unione europea con i Paesi di origine dei cittadini immigrati, al fine di combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina.

Gestione intergrata delle frontiere e lotta all’immigrazione clandestina
I Liberal Democratici ritengono indispensabile rilanciare il principio della gestione intergrata delle frontiere, accompagnando però le misure di contenimento e difesa alla contestuale lotta al traffico di migranti e alla tratta di persone in tutte le sue fattispecie.
E’ necessario puntare sulle sviluppo di nuove tecnologie per consentire operazioni di verifica e scambio di informazioni veloce e sicuro sul tema immigrazione  tra Stati membri.
In tema di immigrazione clandestina, come dimostrato dalle attuali difficoltà del nostro Paese, è necessario predisporre misure realmente efficaci per il sollecito  rimpatrio dei clandestini, attingendo a fondi comunitari.


5) POLITICA ESTERA E COOPERAZIONE Contatto Facebook

La Politica Estera della UE
Noi Liberal Democratici crediamo fortemente nel processo di unificazione ed integrazione dell’Europa. In tale prospettiva va inquadrata l’assoluta necessità di una politica estera comune in maniera tale che gli Stati membri possano trarne beneficio. In particolare, bisognerebbe aumentare la capacità della Ue di gestire le crisi internazionali, interagendo con gli Organismi multilaterali preposti. La vocazione al multilateralismo è una vocazione insita nel dna della UE e noi vogliamo coglierne tutti gli aspetti positivi per la costruzione di un mondo più giusto, libero e democratico. La Ue deve assumere un ruolo di protagonista sano sulla scena internazionale, portando la propria esperienza storica di integrazione che ha permesso il superamento delle crisi interne. Allo stesso tempo è importante basare la propria azione di politica estera sul rispetto e la promozione dei diritti umani in tutti i Paesi del mondo. Tale impegno porterà effetti pratici sul piano della sicurezza, della lotta al terrorismo internazionale, e quindi al rafforzamento di tutto ciò che concorre alla difesa comune.
L’Europa dovrebbe esprimersi con una sola voce tramite l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune. Sarebbe davvero opportuno, e non per sterili opportunismi nazionali, che la UE fosse rappresentata con un seggio in maniera permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il nostro Paese farebbe bene a spingere con forza su questo punto della politica estera comune, cercando di essere fedele al proprio ruolo di fondatore delle prime Comunità europee, evitando pericolose fughe in avanti che non solo non ci portano da nessuna parte, ma che rischiano di isolarci in Europa.

La prospettiva di una difesa comune
I Liberal Democratici auspicano che la politica europea della sicurezza e della difesa sia rafforzata ed ampliata, a tale fine riunendo le risorse e le capacità europee inerenti alla difesa.
L’Unione europea dovrà essere in grado di provvedere da sola alla propria difesa militare e dovrà essere pronta ad intervenire, anche in scenari internazionali per tutelare la sicurezza globale e rispondere alle emergenze umanitarie.

La Cooperazione Internazionale
La cooperazione internazionale, che dovrebbe esprimere l’alto valore europeo della solidarietà e della giustizia per il rispetto dei diritti politici, civili, economici, culturali e sociali di tutti gli esseri umani, è anche uno strumento importante per costruire pacifiche e fruttuose relazioni internazionali. La UE dovrà impegnarsi concretamente su diversi punti: 1) gestire in maniera più efficiente ed efficace le risorse a disposizione della Commissione; 2) far in modo che gli Stati membri arrivino entro il 2010 allo 0,33% di APS (Aiuti Pubblici allo Sviluppo), per poi puntare allo 0,7 per il 2015; 3) fare in modo che gli Stati membri possano collaborare maggiormente tra di loro per trovare nuovi metodi e approcci per un lavoro sinergico, soprattutto nelle aree di crisi umanitarie; 4) promuovere, in tutte le sedi opportune, la difesa dei diritti umani e della democrazia come punto d’arrivo delle azioni cooperative.
Il nostro Paese, fanalino di coda tra i Paesi Ocse-Dac per quantità di risorse messe a disposizione, è in questo settore allo sbando. Non vi è alcuna traccia nell’agenda politica del Governo di un serio rilancio della Cooperazione Internazionale: questa è una evidente e palese miopia politica, essendo anche il nostro un Paese frontaliero della Ue.
Noi Liberal Democratici ci batteremo affinché sia in Italia che in Europa ci sia una vera e concreta attenzione alla Cooperazione Internazionale verso i Paesi in via di sviluppo, con particolare riguardo ai Paesi del Mediterraneo e al Continente africano.
Crediamo che il modello di integrazione europea (basato sulla cooperazione tra Stati membri) possa costituire, anche per altri contesti geografici, un riferimento importante per uscire dalle situazioni di sottosviluppo, povertà, instabilità regionale, insicurezza e violazione dei diritti umani.

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Pubblicato su: 2009-04-02 (1192 letture)

   
   

 

 

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